Situazione 1. Ipotizziamo che tu abbia svolto un lavoro che ti è stato richiesto. L’hai fatto al meglio che potevi ma il tuo capo ti dice che non andava bene. Quindi, ti chiede gentilmente per il futuro di svolgere quel tipo di lavoro in modo diverso. Sentendoti mortificata, inizi a giustificarti con il tuo capo raccontandogli tutte le tue ragioni e spiegandogli perché hai fatto quel lavoro in quel modo.
Situazione 2. Una cara amica ti chiama dicendoti “dobbiamo parlare” con un tono che ti sembra non promettere nulla di buono. Anche se non sai di cosa si tratta, pensi che deve essere qualcosa di serio se ti ha richiesto quell’incontro. Così, quando vi vedete, non le dai nemmeno il tempo di intavolare il discorso ma, temendo che voglia accusarti di qualcosa, parti all’attacco facendole notare alcune sue mancanze nei tuoi confronti. Così, finite per l’accusarvi l’un l’altra e la situazione degenera in un litigio.
Cos’hanno in comune queste due situazioni? Mostrano entrambe dei meccanismi difensivi. Tutte noi mettiamo in atto a vari livelli meccanismi di difesa: è una reazione istintiva quando ci sentiamo minacciate nel nostro ego, quando temiamo di essere oggetto di critica. Ci mettiamo sulla difensiva e ci sentiamo ferite perché riteniamo la richiesta dell’altro un attacco personale al nostro modo di essere, al nostro comportamento. Non ci sentiamo accettate per quelle che siamo, ci chiudiamo a ogni possibile confronto e pensiamo di essere state maltrattate. È un circolo vizioso: più noi sentiamo di essere criticate e cerchiamo di giustificare le nostre ragioni in modo insistente, più il nostro interlocutore acuirà il suo feedback rendendolo sempre più simile a una critica. E la relazione, di qualunque natura essa sia, si incrina.
La tendenza a mettersi sulla difensiva può dipendere da diversi fattori. Molto spesso è legata all’educazione che abbiamo avuto durante l’infanzia, per cui venivamo sempre rimproverate ed eravamo chiamate a giustificare i nostri comportamenti. Acquisiamo i meccanismi difensivi in modo inconsapevole, tanto che anche nei rapporti di amicizia, di coppia e di lavoro rispondiamo a una sollecitazione di quel tipo come se ci trovassimo ancora a doverci giustificare di fronte ai nostri genitori.
La chiave di volta per innescare un cambiamento è imparare ad ascoltare. Nella situazione 1, ad esempio, l’azione più naturale sarebbe stata concentrarsi sulle richieste del capo. Ascoltare come voleva che il lavoro fosse fatto, anziché prendere il feedback sul piano personale. Nella situazione 2 predisporsi all’ascolto avrebbe fatto la differenza: i toni sarebbero stati pacati e si sarebbe creato il terreno per uno scambio. Ascoltare, ascoltare davvero, cercare di mettersi nei panni dell’altro in una modalità priva di giudizio, non è semplice. Ma, come qualunque pratica, si può imparare, migliorare e allenare.
5 suggerimenti per superare i meccanismi difensivi, mettersi in ascolto e migliorare i rapporti interpersonali:
- Chiediti se hai motivi di risentimento verso la persona che hai di fronte. C’è qualcosa che è successo in passato che non ti è andata giù e che ti crea ancora rabbia? Se sì, fai un breve elenco di quali sono questi motivi e cerca di capire se è il caso di chiarire quei punti con la persona in questione. Lo scopo è sgomberare il (tuo) campo da possibili episodi difensivi.
- Predisponiti al dialogo, non al dibattito. Quando dialoghi con una persona, il tuo intento è di ascoltare con l’intenzione di comprendere le ragioni dell’altro, mentre quando intavoli un dibattito, l’intento è di ascoltare per confutare la tesi dell’altro, per dimostrare che si sbaglia e che hai ragione tu. Non è una gara a chi porta le argomentazioni migliori. Nel dialogo si utilizzano parole neutre o gentili, non si cerca di attaccare l’altro per farlo cadere.
- Trova un punto di incontro con l’altra persona, qualcosa su cui essere d’accordo con lei. Se il tuo interlocutore ti fa notare alcuni tuoi comportamenti che non gli piacciono, c’è sicuramente qualcosa di vero, qualche elemento su cui concordare e su cui vale la pena riflettere. Questo aiuterà ad ammorbidire la situazione e ad allentare i meccanismi difensivi dell’altro.
- Esprimi i tuoi desideri. Un dialogo costruttivo in un rapporto si basa sulla libertà di esprimere i propri desideri. Anziché focalizzarti su ciò che non sopporti, comunica all’altra persona cosa vorresti di diverso, o quale nuovo elemento che ancora manca vorresti introdurre nella relazione.
- Non focalizzarti sul passato ma sposta l’attenzione sul futuro. Puoi far presente alla persona che hai di fronte ciò che ti ha ferito o che ti ha dato fastidio ma continuare a insistere su quei punti serve a poco: il passato non si può cambiare. Molto più efficace è fare all’altro una richiesta per il suo comportamento futuro: “la prossima volta, per favore, fai così”. Spostando il focus dal passato al futuro dai la possibilità all’altro di attuare comportamenti positivi, che porteranno un cambiamento. È il passaggio dall’essere critici all’essere risolutivi.
Per superare i meccanismi difensivi la strategia migliore è diventare una brava ascoltatrice. L’ascolto attivo è la strada verso una relazione vissuta su un piano di intimità. Cerca di predisporti all’ascolto anziché inondare l’altra persona di parole. Incoraggia le persone con cui parli a spiegare meglio il loro punto di vista, ad approfondire i loro sentimenti e le loro emozioni. Quando chi hai di fronte nota questa tua apertura e l’assenza di giudizio, si sentirà più a proprio agio a dirti la verità, ad aprirsi con te. Se, invece, ti poni nei confronti dell’altro come se fossi la Santa Inquisizione, lasciando intendere che non vedi l’ora di coglierlo in errore, mostrerai solo che non sei interessata a un dialogo e a una risoluzione del diverbio.
Mi chiamo Francesca Zampone e sono una Coach delle relazioni.
Ti aiuto a ritrovare una forte identità personale e un equilibrio stabile.
Come lo faccio? Focalizzando l’attenzione su di te e aiutandoti a ripristinare una giusta scala di priorità. In poche parole, lavoriamo insieme per mettere te stessa al centro della tua vita.