Come al solito alla fine dell’anno tutto ha una incredibile accelerazione, io cerco di rilassarmi con tutti i calendari dell’avvento online possibili ed immaginabili anche se il mio preferito è quello letterario di Impressions chosen from another time.
Il 22 dicembre partirò per New York e – udite udite – non ne ho moltissima voglia, questa storia del tempo che passa e non perdona è una vera fregatura, nel senso che probabilmente è da quando avevo 30 anni che avrei voluto passare il Natale a NY e devo averlo scritto in millemila wishlist e to do list e projectlist, adesso finalmente sta per capitare, ma io non ho più 30 anni, patisco il freddo, ho paura di perdermi, ho paura che l’albergo sia molto peggio di quello che spero, ho paura che tutta quell’arte moderna e contemporanea mi ottunda i sensi, ho paura che la città mi deluda anche se penso sia impossibile.
Questo mi ricorda un post che avevo scritto tanti anni fa sul fare le cose al momento giusto e non aspettare troppo.
Riflettevo in questi giorni che io ad esempio ho aspettato troppo rispetto al mio sogno/progetto di andare a vivere per qualche mese all’anno in Portogallo ed adesso mi sembra molto meno importante di prima farlo, però sarebbe stata una bella esperienza, ne sono certa.
Morale della favola? Se non danneggia nessuno fate (il più possibile di) quello che desiderate, ad un certo punto sarà comunque troppo tardi ed avrete molto freddo…
Andando all’altro lato dello spettro recentemente non è stato troppo tardi per riprendere a formarmi in aula e con nomi importanti, bello, tempo di profonda riflessione.
Questa mattina in auto con una allieva si discuteva di come il momento dell’età dovrebbe coincidere anche con dei momenti professionali ben definiti: non potrei essere più d’accordo, oggi, a 46 anni, sarei un manager migliore che a 30 perché la “vita vissuta” mi fa dare una tara automatica alle emozioni (mie e degli altri) sul lavoro: Perché? Semplicemente perché non servono. Quando me lo dicevano qualche anno fa mi arrabbiavo tantissimo, adesso lo capisco perfettamente.
Ispirazioni
Una Agatha Christie sconosciuta e natalizia The Sittaford Mistery
Una libreria indipendente e bellissima in centro città
Un posto ecologico, profumato e non scontato dove trovare qualche regalo di Natale
Bonus Track
Tanti anni fa, a Natale…
Mi chiamo Francesca Zampone e sono una Coach delle relazioni.
Ti aiuto a ritrovare una forte identità personale e un equilibrio stabile.
Come lo faccio? Focalizzando l’attenzione su di te e aiutandoti a ripristinare una giusta scala di priorità. In poche parole, lavoriamo insieme per mettere te stessa al centro della tua vita.