IL BURNOUT: la gestione del tempo e le relazioni (la terza parte)

IL TEMPO DA TRE PROSPETTIVE

Per me ogni scusa è buona per usare carta e penna, comprare un nuovo quaderno e tirare fuori i miei pennarelli preferiti.

Uno dei motivi per cui uso costantemente la mia cancelleria è quello di essere sempre consapevole di come sto usando il mio tempo.

Per tenere la situazione sotto controllo, all’inizio della settimana mi preparo tre fogli:

LA SETTIMANA CHE MI ASPETTO

Nel primo foglio, con i diversi giorni della settimana, inserisco come penso sarà la settimana che mi aspetto. Per ogni giorno scrivo le diverse attività ed il tempo che mi aspetto di dover dedicare a ciascuna. Se decidete di farlo questo esercizio, non rifletteteci troppo, fatelo di getto.

LA SETTIMANA REALE

Nel secondo foglio, ogni sera durante la settimana, faccio un controllo. Cosa è andato diversamente rispetto a quello che pensavo? Me lo segno.

Non si tratta di giudicarsi o frustrarsi, basta solo prendere nota

LA SETTIMANA IDEALE

In questo foglio mi lascio andare e descrivo tutto quello che dovrebbe esserci in una settimana della mia vita ideale.

Alla fine della settimana mi prendo un po’ di tempo per confrontare la settimana che mi aspettavo con la settimana reale:

  • Che differenze ci sono?
  • Cosa mi richiede più tempo di quanto pensavo?
  • A quali attività dedico meno tempo di quanto pensavo?
  • C’è qualcosa nella settimana che tendo a sacrificare per far spazio ad altro?
  • Come mi sento vedendo queste differenze?

Come già detto non lo faccio per giudicare se ho fatto bene o male, ma semplicemente per essere consapevole di come uso realmente il mio tempo e poter decidere e scegliere di organizzarmi diversamente se non mi sta bene.

Per chiudere, guardo la mia settimana reale e la confronto con quella ideale e mi chiedo: cosa posso fare, anche di molto piccolo, che mi faccia muovere in quella direzione?

IL VALORE DELLE CONNESSIONI

Nei periodi più intensi, quando ho molto lavoro, tante priorità, poco tempo e mi sento molto stanca, avere del tempo di qualità da passare con amici e famiglia inizia a sembrarmi un lusso, a volte addirittura un obbligo più che un’attività che soddisferà il mio bisogno di relazionarmi ad altri esseri umani.

Il primo meccanismo automatico che metto in atto è negarlo e non dargli priorità.

Se poi subentra anche la vergogna sono fregata. E’ successo a tutte. Dovevi rispondere ad un’amica e te ne sei dimenticata ed ora non le scrivi perché ti vergogni di essertene dimenticata. Così entri in un circolo vizioso e non solo non la richiami, ma inizi a sentirti più sola.

In questi momenti di difficoltà quello che mi aiuta è organizzare  i miei momenti dedicati a famiglia e amici come qualsiasi altra attività della mia agenda.

Mi faccio una bella lista delle persone con cui voglio mantenere o sviluppare una relazione ed ogni settimana faccio delle azioni per dedicare loro tempo.

Puoi usare questa tecnica per vedere e sentire i tuoi amici più cari o anche per programmarti dei momenti dedicati a riconnetterti con persone di cui hai perso traccia negli ultimi tempi.

Per farlo ti sarà necessario chiederti chi veramente vuoi che faccia parte della tua vita. Barbara Stanny usa una classificazione delle diverse tipologie di persone che ci possono aiutare a costruire una comunità che ci ama, capisce, sostiene.

  • CHI CREDE IN TE

Sono quelli che conoscono il tuo potenziale e festeggiano per ogni tuo piccolo successo.

  • I CONFIDENTI

Sono le persone alle quali ti rivolgi quando hai bisogno di una cassa di risonanza. Con loro puoi parlare dei temi che ti stanno più a cuore, di cosa stai facendo, dei tuoi successi e fallimenti. Capiscono cosa stai facendo e sono li per supportarti in ogni pezzo del tuo cammino.

  • I MODELLI CHE ISPIRANO

Sono le persone, vicine o lontane, che sono l’esempio vivente che quello che tu vuoi si può realizzare.

  • I MESSAGGERI

Sono quelli che ti danno informazioni, sono pieni di conoscenze, sono le persone che dicono “posso aiutarti io.

  • I CRITICI

Sono quelli che ti vogliono come piace a loro non come sei tu. Che troveranno dubbi e domande per ogni tua nuova aspettativa e desiderio.

Non c’è bisogno di dire che una community ideale deve contenere pochi critici e delle persone che si possano distribuire nelle varie categorie citate.

Il nostro cervello ha un bisogno essenziale che è quello di sentirsi di far parte di una comunità e se non rispettiamo questo bisogno possiamo soffrire di ogni tipo di disagio fisico ed emotivo.

Al contrario quando facciamo parte di una comunità acquisiamo una migliore conoscenza e sicurezza in noi stesse.

Gli altri ci fanno da specchio dandoci feedback e comunicandoci come ci vivono attraverso messaggi verbali e non .

Le relazioni con gli altri hanno anche il meraviglioso effetto di esporci ad idee nuove e differenti punti di vista: ci fanno porre nuove domande e ci fanno imparare di più del mondo attraverso l’esperienza che anche gli altri ne fanno.

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Francesca

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