Hai mai avuto la fantasia di scappare via? Non parlo di quando eri adolescente e meditavi la fuga perché ti trovavi in disaccordo con i tuoi genitori. Mi riferisco a quei momenti della tua vita adulta in cui hai pensato: “ora mollo tutto e vado via, senza dare spiegazioni, senza salutare. Faccio perdere le mie tracce e ricomincio da capo in un posto dove non mi conosce nessuno”. Per una frazione di secondo non pensi ai figli, al marito, al capo; ci sei solo tu e il tuo bisogno di fuggire.
È un pensiero che ti sarà passato per la testa un milione di volte, una fantasia innocente: non lo faresti davvero. Eppure, il più delle volte questo pensiero nasconde un indizio importante. Ti dice che sei stanca, che sei arrivata al limite. Però, anziché pensare di rallentare, come sarebbe “normale”, la soluzione della mente è estrema: sradicare il motivo del malessere alla radice, togliersi dalla situazione che lo genera, sfasciando la famiglia o lasciando il lavoro.
Ciò che in quei frangenti non riesci a contemplare è che, invece, puoi rallentare. Come? Prendendoti un giorno di vacanza da ciò che ti fa sentire oppressa. Un giorno che non passerai sbrigando commissioni in attesa nella tua to-do list, bensì dedicando del tempo di qualità a te stessa. Hai voglia di farti fare un massaggio? Vuoi visitare una mostra? Magari desideri andare a trovare una vecchia amica che non vedi da tempo? Va bene qualunque attività ti faccia star bene. E manda a quel paese i sensi di colpa: puoi concedertelo, te lo meriti.
Se la tua mente fantastica spesso su un possibile piano di fuga, dovrebbe accendersi dentro di te un campanello d’allarme: stai tirando troppo la corda. Probabilmente sei nella prima fase di stress, da non trascurare, che prelude al burnout. In questi casi, la cosa più funzionale è allentare la pressione, programmando un periodo adeguato di riposo. Il problema diventa serio, infatti, nel momento in cui una situazione che avrebbe dovuto essere temporanea si cristallizza diventando uno status quo permanente. I “sintomi” più evidenti di questa fase di allerta sono stanchezza diffusa, a cui talvolta si accompagnano malanni frequenti, e sensazione di depressione, intesa non in senso clinico ma come mancanza di fiducia nel domani e come incapacità di provare piacere.
Ecco cosa puoi fare per uscire da questa situazione di pre-allarme:
- Cerca di trattarti con rispetto durante la giornata lavorativa. Se, ad esempio, ti è stato affidato un nuovo progetto impegnativo, chiediti se c’è qualcosa che puoi fare per renderlo più piacevole. Essere più felice al lavoro significa anche lavorare con maggior profitto.
- Inserisci nella tua giornata rituali di piacere che nutrano il tuo spirito. Le dipendenze negative, come alcol, cibi golosi, sigarette possono essere sostituite con “nutrimenti” interiori di diverso tipo: meditare, passeggiare, ascoltare musica classica o qualunque altro piacere possa diventare una routine positiva.
- Pensa al tuo eroe preferito, che sia un personaggio dei fumetti o dei film, una persona reale o un personaggio di fantasia e immagina come vivrebbe lui (o lei) la tua giornata. Agisci come se fosse al tuo posto. Cosa farebbe di diverso? Come affronterebbe i problemi?
- Struttura il tuo piano di fuga. Porta la fantasia sul piano della realtà e immagina nei dettagli un’intera settimana da sola lontana da casa e dalle responsabilità. Cosa faresti? Dove andresti? Come ti sentiresti? Ora pensaci: non è necessario fuggire. Prova a introdurre nella tua giornata un elemento della tua fantasia. Ti accorgerai che i tuoi desideri sono perfettamente alla tua portata.

Mi chiamo Francesca Zampone e sono una Coach delle relazioni.
Ti aiuto a ritrovare una forte identità personale e un equilibrio stabile.
Come lo faccio? Focalizzando l’attenzione su di te e aiutandoti a ripristinare una giusta scala di priorità. In poche parole, lavoriamo insieme per mettere te stessa al centro della tua vita.