Ti è mai capitato di vedere un’amica che sta passando un brutto periodo e di avere il desiderio di fare qualcosa per lei, per farla stare meglio? Capita con le persone che ci sono molto care: le vediamo soffrire e ci chiediamo cosa possiamo fare per farle tornare felici e sorridenti. Fin qui non c’è nulla di sbagliato: non solo è una reazione comprensibile, ma mostra anche l’empatia che abbiamo nei confronti delle persone a cui vogliamo bene. Ogni tanto, però, può succedere che ci lasciamo trasportare troppo, perdiamo di vista la giusta misura. C’è differenza, infatti, tra il desiderio sincero di alleviare le sofferenze di qualcuno che amiamo e il tentativo di “aggiustare” quella persona. Quando ci lasciamo prendere la mano, in modo implicito stiamo esprimendo un giudizio sulla persona che vorremmo aiutare. Benché le nostre intenzioni siano buone, è come se dicessimo che il suo comportamento non va bene, che non sta affrontando la questione nel modo “giusto”.
Non siamo responsabili per le scelte degli altri
Ci sono almeno 3 motivi per cui sarebbe opportuno che ti trattenessi dall’avere un atteggiamento troppo coinvolto nei confronti di una persona che sta attraversando un momento di crisi:
- Ogni persona ha la capacità di decidere cosa è meglio per sé. Se, ad esempio, sei presa da una smania eccessiva di sistemare la vita della tua amica che è stata appena mollata, dovresti darle fiducia e riconoscere che hai di fronte una persona perfettamente in grado di prendersi cura di sé. Anche se non sei d’accordo con le sue scelte, non devi mai dimenticare che si tratta della sua vita e che scegliere come viverla è un diritto del singolo individuo.
- Toccare il fondo fa bene. Si dice che solo quando tocchi il fondo, hai la capacità di rialzarti. E io credo sia vero, perché è attraversando il dolore fin dove fa più male che avviene quel “click” che ti fa operare il cambiamento. Cercare di evitare la sofferenza di un’altra persona è un gesto altruistico ma la priverebbe della possibilità di conoscersi in modo profondo. Le esperienze di vita sono quasi sempre ciò di cui abbiamo bisogno in quel momento per crescere e migliorarci.
- Non si può cambiare chi non vuol essere cambiato. Il tuo compito come amica, compagna, sorella non è quello di guarire, aiutare e neppure tirare su l’altra persona, quando sta sperimentando una serie di emozioni. Le persone cambiano quando è arrivato per loro il momento di cambiare, quando la forma che hanno assunto fino a quel momento non va più bene per la loro vita. Non puoi farlo tu al posto loro. Il tuo compito è di esserci, di far sentire la tua presenza, quando sceglieranno di rialzarsi e di rinascere dalle ceneri della loro sofferenza.
Cosa puoi fare per essere davvero di aiuto
In molti casi, essere troppo pressanti, esprimere giudizi su cosa sia giusto o sbagliato fare, avere un atteggiamento che sfiora l’invadenza può essere addirittura controproducente. Le persone che cerchi di aiutare possono sentirsi respinte, giudicate, non accettate per come sono e, di conseguenza, possono reagire allontanandosi da te e chiudendosi in se stesse. Ciò che invece puoi fare è tendere una mano, essere presente in modo discreto e intervenire solo se c’è una richiesta diretta da parte dell’altro. Quindi, ad esempio, va bene invitare la tua amica a bere un caffè ma evita di piombarle in casa senza avvisare. Così come va bene raccontarle la tua esperienza, se pensi possa esserle d’aiuto, ma è meglio evitare di darle lezioni di vita non richieste. Fai sentire all’altra persona che ti fidi di lei e di come sta affrontando il momento difficile. E, se è lei a chiederti aiuto, domandale in che modo puoi esserle utile. Se lo ritieni opportuno, suggeriscile con molto tatto di farsi aiutare da un professionista ma non imporre mai il tuo punto di vista.
Non dimenticare di proteggerti
Se sei una donna molto empatica e la persona che cerchi di aiutare tende a riversare sugli altri le proprie sofferenze, potresti ritrovarti in una dinamica relazionale che non ti fa bene. Con il desiderio sincero di alleviare le pene dell’altra persona, potresti offrirle la proverbiale “spalla su cui piangere”. Ci sono persone che tendono a prendere quest’espressione alla lettera. Sono, per lo più, persone che hanno un modo di elaborare la sofferenza “buttandola fuori”, possibilmente sulle spalle di qualcun altro. Potresti ritrovarti, così, a gestire telefonate fiume fino a tarda notte o a precipitarti dalla persona in questione, qualunque cosa tu stia facendo, perché ti viene lanciato un S.O.S. di quelli strappalacrime. In casi come questi, cerca di proteggerti. Spegni il telefono di notte, non replicare subito ai messaggi, se sei impegnata in altro, non rispondere alle chiamate. Anche se ti viene istintivo correre in aiuto dell’altro, stabilisci dei confini. Non è una tua responsabilità salvare gli altri, mantieni una fiducia incrollabile nelle loro capacità di affrontare e superare i momenti bui. È proprio questa fiducia che dovresti cercare di trasmettere alla persona che ami e che si trova in difficoltà. In ogni momento, il tuo comportamento deve affermare che tu la sostieni qualunque cosa accada ma che sei sicura che sarà in grado di cavarsela perfettamente, uscendo ancora più forte da questa situazione di crisi.
Mi chiamo Francesca Zampone e sono una Coach delle relazioni.
Ti aiuto a ritrovare una forte identità personale e un equilibrio stabile.
Come lo faccio? Focalizzando l’attenzione su di te e aiutandoti a ripristinare una giusta scala di priorità. In poche parole, lavoriamo insieme per mettere te stessa al centro della tua vita.