La Comunicazione Non Violenta, definita anche comunicazione empatica o linguaggio giraffa, è un modello comunicativo ideato dallo psicologo Marshall Rosenberg, nato dall’esigenza di portare nel linguaggio attenzione e rispetto reciproci, affinché le relazioni interpersonali possano venirne profondamente trasformate.
La Comunicazione Non Violenta si prefigge lo scopo di poter cambiare le relazioni tra genitori e figli, tra insegnanti e studenti, all’interno dei rapporti di coppia, tra colleghi, tra vicini, tra pari e con chiunque ci capiti di interagire e, più in generale, di permettere a ciascuno di noi di modificare le modalità con cui ci relazioniamo agli altri e a noi stessi.
I testi di Marshall Rosenberg possono supportare coloro che vogliono lavorare sulle proprie capacità di comunicazione allo scopo di migliorarle, imparando a esprimere i propri bisogni con coerenza e senza sensi di colpa, e ad ascoltare gli altri in modo che questi si rendano conto che le loro parole sono state comprese fino in fondo. Attraverso l’applicazione dei concetti principali, ciascuno avrà la possibilità di imparare ad ascoltare attivamente gli altri, a comprendere e a interagire con compassione, al fine di promuovere atteggiamenti in cui sia presente empatia. L’introiettare lo strumento della CNV è un viaggio che ci aiuta a passare dall’automatismo alla consapevolezza, da un linguaggio acquisito che ci allontana dalla vita a un linguaggio autentico che ci riconnette con essa e che è rispettoso di noi stessi e degli altri.
Le tecniche di comunicazione proposte dalla CNV dovrebbero trasformare dialoghi fortemente conflittuali in scambi pacifici. Vengono suggeriti alcuni semplici e precisi strumenti, per esplorare la connessione tra violenza e linguaggio, al fine di calmare le discussioni e per creare relazioni più profonde, basate sull’empatia reciproca.
La CNV si prefigge principalmente i seguenti scopi:
- manifestare una comprensione rispettosa per tutti i messaggi ricevuti
- collegarsi alla ricchezza della vita e allontanarci dagli schemi di pensiero che portano alla collera e alla depressione
- dire ciò che si desidera senza suscitare ostilità
- comunicare, utilizzando il potere curativo dell’empatia
La comunicazione non violenta permette di rendere la comunicazione consapevole, in primo luogo facendo attenzione a non giudicare, incolpare, paragonare, pretendere dall’altro, ma formulando il discorso in modo preciso e disciplinato attraverso un protocollo costituito da 4 passaggi:
- OSSERVAZIONE: osservazione oggettiva dei fatti e contestualizzazione (in quell’occasione, quando…)
- SENTIMENTI: dichiarazione delle sensazioni che i fatti creano nel parlante ed espressione dei sentimenti (mi sento, ho visto che…), prendendosi la responsabilità di quello che si è provato nella circostanza descritta, senza incolpare l’altro
- BISOGNI: riconoscimento dei bisogni e delle sensazioni che non vengono soddisfatti (ho bisogno di…), concentrando l’attenzione su quello che vogliamo e non su cosa non va negli altri
- RICHIESTE: espressione delle richieste (vorrei che…)
La prima componente della CNV consiste nella separazione dell’osservazione dalla valutazione. L’osservazione, che deve essere precisa e puntuale e fare riferimento esclusivamente ai fatti, viene valorizzata molto, in particolare per esprimere a quale episodio specifico si fa riferimento.
La CNV distingue l’espressione dei sentimenti veri e propri da quelle parole e quelle affermazioni che descrivono pensieri, considerazioni e interpretazioni, facendo attenzione a se stessi, impostando il dialogo in prima persona, in modo da non etichettare gli altri. Attraverso questa modalità è possibile dunque concentrarsi su qualcosa che riguarda esclusivamente come ci siamo sentiti, senza giudicare il comportamento dell’altro nei nostri confronti.
Il terzo punto riguarda il prendersi la responsabilità di ciò che è alla radice dei nostri sentimenti, ovvero i bisogni che sentiamo che non sono stati percepiti dall’altro e che vorremmo ci venissero riconosciuti. In questo modo le energie potranno essere investite durante il dialogo in modo costruttivo, anziché disperse nell’autodifesa o nel contrattacco.
La formulazione della richiesta è un momento sicuramente delicato, in cui abbiamo la possibilità di chiarirci le idee su quello che veramente desideriamo e possiamo aiutare l’altro a fidarsi del fatto che non stiamo pretendendo nulla: per noi stessi è il momento in cui diventiamo consapevoli di quello che vorremmo ottenere, e per chi ascolta è la dimostrazione che non sarà incolpato o punito se non si conformerà alle richieste avanzate. Nel formulare delle richieste, è assolutamente necessario evitare di essere vaghi, astratti o ambigui ed è fondamentale usare un linguaggio d’azione positivo, dichiarando quello che vogliamo piuttosto che, come spesso avviene nella comunicazione, quello che non vogliamo.
Perché utilizzare la Comunicazione Non Violenta
A quale scopo possiamo dunque utilizzare il processo della Comunicazione Non Violenta?
Io ne suggerisco l’approfondimento per i seguenti motivi:
- abbiamo la possibilità di esprimerci in modo semplice e onesto
- possiamo comunicare i nostri bisogni senza criticare e insultare l’altro
- invitiamo l’altra persona a esprimere altrettanto i propri sentimenti e i propri bisogni
- attraverso un modello preciso in 4 fasi possiamo seguire un percorso che può aiutarci a essere efficaci nella comunicazione
- abbiamo modo di imparare a formulare una richiesta concreta, positiva e descrittiva, in cui possiamo decidere di intraprendere un percorso fatto di azioni formulate in modo chiaro
- l’uso della CNV non richiede che le persone con cui comunichiamo conoscano la CNV e i suoi strumenti
- gli altri possono sentirsi sorpresi e spiazzati dalle nostre risposte ed entrare con noi in una danza di comunicazione empatica
- questo tipo di formulazione non ci rende docili o arrendevoli, ma ci guida alla chiarezza di ciò che proviamo e desideriamo, adottando un atteggiamento positivo verso gli altri, che ci conduce a diventare assertivi, pur mantenendoci costantemente rispettosi della posizione altrui
- non ci obbliga ad eliminare ogni giudizio, ma ci insegna a separare le nostre osservazioni dalle nostre valutazioni
- scoraggia le generalizzazioni, le etichette, i pregiudizi che fanno parte di un linguaggio statico, in una realtà che è in continuo mutamento.
La CNV si basa dunque sull’acquisizione di abilità di linguaggio e di comunicazione che rafforza la nostra capacità di rimanere umani anche in condizioni difficili. Ci guida nel ripensare il modo in cui pensiamo noi stessi e ascoltiamo gli altri, ci accompagna nel passaggio da reazioni affrettate a risposte coscienti e nella consapevolezza di ciò che osserviamo, sentiamo e vogliamo, spingendoci a esprimerci con onestà e chiarezza e prestando agli altri una attenzione rispettosa ed empatica. Può essere sicuramente un elemento trasformativo da introdurre nelle nostre modalità di relazione, per rapportarci agli altri in modo sicuramente più sano e costruttivo.
La mia curiosità per le persone e per il mondo mi ha portata a studiare in tutte le fasi della mia vita, facendo di me una lifelong learner. Nelle tante vite che ho vissuto sono stata musicista, antropologa, docente. Nella mia vita più recente sono diventata una counselor psicosintetica e una coach delle relazioni e ho avviato il mio progetto #thedaimoncoach, attraverso il quale concilio tutte le mie parti creative e lavoro con donne che vogliono mettere al centro della propria vita se stesse e desiderano realizzare il proprio daimon. Sono da sempre una girovaga, appassionata di viaggi, di fotografia, di culture contemporanee, di tè e di cucine internazionali.