Come evitare l’eccesso di stress se lavori da remoto

La pandemia degli anni 2020-21 ha cambiato le nostre abitudini anche in campo lavorativo. La maggior parte delle persone, soprattutto dipendenti di aziende di grandi e medie dimensioni, si è ritrovata a svolgere un lavoro da remoto, ossia a lavorare da casa. Come per ogni situazione nuova, questo ha comportato una serie di conseguenze, non tutte positive.

La difficoltà di separare vita privata e professionale

Se da un lato lavorare da casa è più comodo perché ti fa risparmiare sui tempi degli spostamenti e ti consente di fare pausa pranzo con la tua famiglia, dall’altro ha portato a dilatare gli orari di lavoro e ha incrementato i fattori di stress, tanto che oggi si parla molto di “virtual fatigue”, lo stress provocato dalle interminabili riunioni su Zoom o Meet. Avere un luogo di lavoro fisico da raggiungere è un fattore che invia un input importante al nostro cervello, delimitando i confini tra vita professionale e vita privata. Nel momento in cui lo spazio di lavoro e quello di vita si sono mescolati, è venuto meno quel confine e la nostra mente ha fatto molta più fatica a staccare. L’ideale sarebbe separare fisicamente gli spazi della casa, destinare una postazione solo al lavoro. Ma questo non sempre è possibile, soprattutto nei casi in cui si condivide un appartamento con altre persone.

Conoscere i propri livelli di energia per gestirsi meglio

Lavorare da casa può avere anche risvolti positivi. Il fatto di poterti gestire gli orari può aiutarti a trarre il meglio dalle tue giornate, in base ai tuoi livelli di energia. Si parte sempre dall’osservazione e dalla consapevolezza. Prova ad ascoltarti: com’è la tua energia? Sei una persona che è attiva nelle prime ore del mattino oppure, al contrario, al mattino fai fatica a carburare mentre nel pomeriggio diventi una scheggia? Conoscersi da questo punto di vista ti cambia completamente la prospettiva. È vero che dovrai essere reperibile in determinati orari ma ciò non significa importi tour de force estenuanti, magari lavorando anche dopo cena. In base ai tuoi livelli energetici potrai distribuire i tuoi impegni alternando delle pause per ricaricarti. Quando avverti un calo di energia produttiva, è inutile accanirti sui tuoi task. Meglio cambiare attività, sgranchirti le gambe, prepararti un frullato. Se nelle prime ore del mattino sei più concentrata, dedicati a operazioni più impegnative e delicate. Se puoi, rimanda le call e le videocall nei momenti in cui la tua mente è più stanca. Ogni nuova routine ha bisogno di tempo per essere testata. Fai delle prove, concediti la possibilità di sbagliare e di ricominciare tutto da capo. Quando avrai trovato il tuo ritmo personale, andrai come un treno e sarai molto più produttiva.

Metti dei paletti alla giornata lavorativa

La questione dei confini tra vita privata e vita professionale è centrale per evitare di accumulare stress e finire in burnout. A volte può bastare stabilire delle regole, anche minime. Per esempio, puoi decidere che dopo le sette di sera non controlli più la mail di lavoro o che spegni il telefono quando vai a letto e non lo riaccendi prima delle otto del mattino seguente. Ogni tanto ti farebbe bene istituire un weekend di digital detox. Potrebbe essere molto utile seguire una routine del mattino e una routine serale, così da non entrare e uscire dalla modalità lavorativa in modo troppo repentino. Per lo stesso motivo, il tempo del tragitto dal lavoro a casa, sia che esso avvenga in auto o tramite trasporto pubblico, permette alle persone di decomprimere, di trovare uno spazio mentale che le porta a uscire lentamente dal mindset lavorativo prima di rientrare in casa. Questo è importante a maggior ragione se si hanno figli, perché permette di avere tempo per prepararsi a calarsi nuovamente nel ruolo di genitori. In mancanza di questo tempo-cuscinetto dato dal tragitto lavoro-casa, ti può essere molto utile istituire una tua personale fase di transizione. Per esempio, puoi prenderti mezz’ora prima di cena per fare un bagno caldo, leggere un libro, dedicarti a un hobby. Se fai fatica a prenderti questo tempo, perché le persone intorno a te non rispettano i tuoi confini, prendi l’abitudine di fare una passeggiata quando spegni il computer, così il fatto di essere fisicamente fuori di casa ti aiuterà a staccare.

Rendi la camera da letto un luogo work-free

Anche se vivi in un piccolo appartamento e devi lavorare con il tuo pc portatile in camera da letto, una volta conclusa la giornata lavorativa, fai in modo di portare tutti i device e gli strumenti di lavoro fuori da quella stanza. In primo luogo perché è stato dimostrato che guardare lo schermo del computer o di altri dispositivi prima di dormire ha un impatto negativo sulla qualità del sonno, in quanto stimola le sinapsi. Vietato, quindi, rispondere “giusto a un paio di mail” prima di dormire. In secondo luogo perché si tratta di un atto simbolico: proteggere la camera da letto, renderla una roccaforte del tuo benessere almeno nelle ore serali è un modo per proteggere la tua identità personale, tenendola ben separata da quella professionale. L’ideale sarebbe spegnere il telefono almeno un’ora prima di spegnere la luce (e tenerlo addirittura in un’altra stanza), per predisporre il cervello al riposo e ottimizzare i tempi di ripresa. In particolare, se sul tuo smartphone hai le app dei social media e l’email di lavoro, con le relative notifiche attivate, è essenziale che tu lo spenga o lo metta in modalità “non disturbare”.

Imparare a costruire una routine di work-life balance in questa nuova situazione di lavoro da remoto generalizzata richiede tempo, allenamento, tentativi che possono anche andare a vuoto. Tu non arrenderti: poco per volta troverai la formula perfetta per te e saprai bilanciare vita privata e professionale mantenendo i tuoi livelli di stress in un range accettabile.

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