Intimate space: 30 novembre 2017

Nota: se ricevi questo articolo via mail ti suggerisco di leggere subito la prima parte e poi con calma la seconda (che puoi anche salvare e tenere per una lettura più densa). Ogni settimana pubblico il martedì un articolo di approfondimento piuttosto lungo, ed ogni giovedì un post più leggero dove ti racconto della mia vita o ti do’ qualche spunto di lettura o di visione. Entrambi questi post ti arrivano in mail il venerdì, dopo pranzo.

La settimana scorsa sono riuscita a mandare solo l’articolo più “denso” quello sui conflitti, ero certa di riuscire a scrivere anche il secondo post, quello più diaristico del giovedì, ma proprio non ci sono riuscita, in Accademia bollono in pentola un sacco di novità e io sono in giro per l’Italia del Nord a fare formazione e a raccogliere e raccontare storie (e persone).

Le riflessioni della settimana sono state tutte sulla mia parola dell’anno 2017: CORPO.

Auguri! L’avevo scelta per ricordarmi che non c’è solo la mia testa, ma, appunto, che ho anche un corpo e per ricordarmi del senso del mio lavoro inteso come “body of work“. Credo che questa volta la parola in se’ sia stata un “all time low” come direbbe David Bowie. Il mio corpo nel 2017 me lo sono proprio dimenticato, ho cambiato però delle abitudini, non necessariamente legate al corpo (una si, anzi tre nella seconda parte dell’anno), ma anche alla routine lavorativa e al mio modo di vivere.

Non so se fremete di curiosità, ma i cambiamenti legati al corpo sono stati: uscire molto meno a mangiare la sera (ormai praticamente è una rarità assoluta la cena fuori), bere al massimo tre caffè al giorno (meglio due) ed entro le 15, più che dimezzare aperitivi vari e occasioni in cui bevo alcoolici (questo da settembre in poi e con una costanza molto convinta).

Quelli legati al lavoro sono stati tanti, ma i primi che mi vengono sono delegare e trasferire competenze come se non ci fosse un domani.

Quelli legati allo stile di vita sono più focalizzati su come e cosa acquisto: sempre più oculata nei libri, giornali ormai quasi non più acquistati in edicola anche se ho fatto l’abbonamento al New Yorker, a Womankind , a Project Calm e a The Idler (però quelle belle colazioni al bar del sabato mattina con D di Repubblica, Io Donna e 1000 riviste musicali mi mancano tanto), fermata la compulsione alla cancelleria a favore della beauty pazzia (hello carta Gold di Sephora!), fermato completamente l’acquisto casuale di capi d’abbigliamento low cost a favore di pochissimi pezzi di alta qualità (conti alla mano ho veramente risparmiato).

Venerdì scorso era Black Friday, ho resistito a lungo poi nottetempo (o meglio la mattina presto del sabato se devo essere onesta) ho sfruttato gli sconti per portarmi a casa un corso di una delle mie Guru Preferite che non avevo ancora fatto, fare scorta del mio struccante preferito, comprare l’ultima collezione Make Up di Kiko a prezzi stracciati, comprare una agenda ispirazionale a cui facevo il filo da tantissimo tempo. Il peccato è sempre in agguato come diceva mia mamma per scherzare…sono felice dei miei acquistini (e magari vi ho dato anche qualche idea per i regali di Natale).

Se guardate la pagina di Cuori Agitati c’è una sorpresona per il 2018, ci leggiamo la settimana prossima con la prima delle “letterine natalizie”.

Ah! dimenticavo domani sul mio account Instagram parte il mio diario della gratitudine pubblico che durerà per tutto dicembre troverete ogni sera un post con l’hashtag publicgratitudejournal.

Francesca

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