La mia parola dell’anno mi è arrivata molto velocemente – fra Natale e Capodanno – ed è CORPO.
CORPO così mi ricordo, così mi chiedo se quello che sto facendo fa bene al mio corpo, così mi ricordo anche del corpo del mio lavoro (BODY OF WORK) e dell’effetto che fa sul mio corpo fisico.
In questo post però volevo parlarvi della mia canzone dell’anno, cioè la canzone guida, quella che ascolto tutte le mattine, quella che mi ricordo quando devo decidere qualcosa per me o per il mio lavoro, quella che canto in testa o ad alta voce quando mi voglio tirare su o riconnettermi con le mie parti più autentiche.
La mia canzone del 2017 è EDEN dei Subsonica, il singolo danzereccio di un album minore di un gruppo che ho molto amato in passato.
L’ispirazione mi è venuta all’improvviso seguivo il testo una mattina di queste mentre mi preparavo alla giornata e ho pensato: “Ecco quest’anno è esattamente così che mi voglio sentire”.
Il testo è questo:
Eden, la danza di un mondo perfetto
Eden si, il tuo sguardo dice ti aspetto
Oggi che, ogni gesto ritrova il suo senso
Poi Eden, un passo sui bordi del tempo
Eden, il riscatto il sogno protetto
Eden, la luce di un giorno perfetto
E se alla fine riusciremo a credere
Nelle nostre promesse
Avremo pace, le risposte incognite
Da sempre le stesse
Per diventare adulti come nuovi Dei,
Di un vecchio universo.
Per imparare ad affrontare il tempo noi,
In un mondo diverso
E dare un domicilio alle distanze e poi,
In un giorno perfetto
Eden sala danze domenica aperto.
Eden, il tuo passo che non è più incerto.
Eden, un rifugio alla fine di tutto.
Eden, la certezza che piega il sospetto.
Quando alla fine riusciremo a credere,
Nelle nostre promesse
Avremo pace, le risposte incognite
pur sempre le stesse,
per dare un domicilio alle distanze e a noi
e un giorno perfetto
Avremo spiagge disegnate e morbide
Da un soffio del tempo
Tramonti ed albe ad aspettare in soffici
mattine d’argento.
Tra le foreste giocheremo a perderci senza piu orientamento
Tra le tempeste insieme per proteggerci
cullati dal vento
Quando alla fine riusciremo a credere
Nelle nostre promesse
I Subsonica li conosco dal 1996, nel senso che andavo da Giau a Torino con Giorgio e c’erano anche loro e se non mi ricordo male una volta li ho visti anche suonare in una forma embrionale e giovanissima, all’epoca io ero immersa in certe messe oscure e non ci ho fatto molto caso.
Quando è uscito Microchip Emozionale a me non dispiaceva affatto, ma l’austero PB – immerso invece in post rock e cantautori americani – mi impediva di ascoltarlo in sua presenza.
Dei Subsonica mi sono veramente innamorata quando è uscito Amorematico, un disco secondo me veramente wave/elettronico che è stato la colonna sonora di lunghe giornate di sole e digiuno (c’era poco da mangiare) durante una vacanza a Taba, quando ci immergevamo nel mare da mattina a sera (ed anche di notte) in mezzo ai pesci colorati.
Di Terrestre mi ricordo Incantevole che secondo me è una grande canzone d’amore, ma anche Abitudine ascoltata dal vivo al castello di Vigevano in uno degli ultimi concerti visti con il mio grande amico Davide.
L’Eclissi non è stato quasi distribuito, ma io ve lo consiglio tantissimo.
Eden è uscito nel 2011 e non mi ha fatto particolare effetto tranne che nel 2010 alla cena aziendale di Natale della EMI ho conosciuto Samuel personalmente e mi è piaciuto molto e mi è piaciuto parlare con lui della scena di Torino degli anni 80.
Quindi per me è molto buffo che non sia Dentro i miei vuoti (ad esempio) la mia canzone dell’anno, ma la magia è questa: volevo una canzone che proiettasse il modo in cui mi voglio sentire.
E io mi voglio sentire proprio come quel suono e quel testo.
Nel frattempo mi sono comprata un ombretto lussurioso (proprio da Paradiso Terrestre) e mi sto iscrivendo ad un corso di danza moderna, sarà un caso?
Se volete posso aiutarvi a trovare la vostra canzone dell’anno: mandatemi una mail e ditemi come volete sentirvi nel 2017, sono sicura che ce la facciamo!
Bonus Track
Quest’anno ho pensato anche a chi è lontana da Milano e a chi non ha tempo o voglia di investire in un percorso di Coaching strutturato.
Qui trovate tutti i dettagli.
Mi chiamo Francesca Zampone e sono una Coach delle relazioni.
Ti aiuto a ritrovare una forte identità personale e un equilibrio stabile.
Come lo faccio? Focalizzando l’attenzione su di te e aiutandoti a ripristinare una giusta scala di priorità. In poche parole, lavoriamo insieme per mettere te stessa al centro della tua vita.