Il giardinaggio come strumento di consapevolezza

Voglio parlarti di una scrittrice che mi piace molto, Elizabeth Von Arnim. Nata in Australia con il nome di Mary Annette Beauchamp da genitori appartenenti alla borghesia coloniale inglese, fu una donna colta e illuminata, visse a cavallo tra due secoli (1800 e 1900), fu animatrice di salotti, ebbe due mariti e cinque figli. In un viaggio in Italia conobbe colui che sarebbe diventato il suo primo marito, il conte Von Arnim, che possedeva una tenuta in Pomerania in cui Elizabeth trascorse ben diciotto anni. In quella proprietà sviluppò una grande passione per i giardini e il giardinaggio, e iniziò a scrivere i suoi primi racconti con lo pseudonimo di Elizabeth Von Arnim. Prima di diventare famosa in tutto il mondo con il romanzo “Un incantevole aprile”, pubblicò nel 1899 il suo primo libro, autobiografico, dal titolo “Il giardino di Elizabeth”, che raccoglie una serie di riflessioni sulle gioie della vita in giardino. Il giardino per lei era un rifugio, un’enorme stanza al di fuori della casa, dove poteva trascorrere lunghe ore in solitudine, in contemplazione della natura rigogliosa oppure immersa nel benefico lavoro manuale con vanga e terra.

Certo, nessuna di noi oggi possiede una tenuta nobiliare nelle campagne dell’Europa dell’est. Anzi, soltanto le più fortunate di noi hanno un giardino. Magari vivi in uno stabile di ringhiera col cortile interno, oppure in un appartamento in un palazzo di dodici piani. Potresti non avere accesso a un giardino condominiale, al parco del quartiere né – figuriamoci! – a un orto urbano. Non importa. Qualunque realtà abitativa tu viva, puoi sempre costruirti il tuo fazzoletto di verde in casa.

Come?

Basta un terrazzino o un balcone o ancora un angolo della casa in cui puoi restare tranquilla, senza essere disturbata. Metti insieme un piccolo kit da giardiniera, composto da un grembiule ampio, vasi, terriccio universale, semi vari, dei guanti appositi, forbici da giardinaggio, una piccola vanga, una paletta e un annaffiatoio. Se poi ti appassioni, puoi addirittura procurarti del concime. Decidi quanto tempo al giorno puoi e vuoi dedicare a questa attività. Molte donne sostengono di avere il pollice nero, ma è solo una leggenda metropolitana. Lo scopo dell’esercizio non è diventare una giardiniera provetta. E, in ogni caso, sappi che succede: anche le piante muoiono. Rendersi conto del ciclo di vita e morte è una delle lezioni che possiamo apprendere dal giardinaggio, casalingo e non.

Perché?

  • Che tu decida di coltivare pomodori sul balcone da mangiare nell’insalata o margherite da mettere in vaso per abbellire il soggiorno, dedicandoti alle “gioie vegetali” non potrai evitare di provare un senso di gratitudine e di benedizione per la tua vita.
  • Piantare un seme, innaffiarlo, vederlo crescere e mettere le prime foglie è una metafora della vita in sé. Anche noi spesso ci sentiamo come fiori che non riescono a sbocciare, a volte ci percepiamo come costrette in un vaso che non permette alle nostre radici di svilupparsi. Ecco allora che l’atto concreto di svasare una pianta per trasferirla in un vaso più grande ci dà sollievo, ci fa “respirare” meglio.
  • Il giardino ci insegna che la bellezza, l’amore e la vita vanno condivisi con gli altri. Se tagli un fiore, esso appassirà nel giro di poche ore. Quanto invece sarà più bello lasciarlo vivere in un ambiente armonico di cui tutti possono godere?

Bonus

So che ti sembrerà un po’ bizzarro o fru fru ma voglio suggerirti un divertissement che puoi sperimentare all’aperto, soprattutto quando il tempo buono invoglia a stare fuori di casa. Prova il gioco della divinazione basata sul canto degli uccelli. Tranquilla, niente maghe o fattucchiere. Il gioco consiste nel chiudere gli occhi, meglio se sei sdraiata in un prato o seduta su una panchina in un parco, e ascoltare il cinguettio degli uccelli. Se ti concentri sul suono, dopo un po’ ti sembrerà che gli uccellini stiano ripetendo una frase di senso compiuto. Solo tu puoi decifrarla e capire qual è il messaggio che l’Universo ha in serbo per te. Ti assicuro che in alcune occasioni è davvero illuminante.

Sono sincera: non sono mai stata un’appassionata di giardinaggio. La consideravo un’attività per ricche signore di mezza età che avevano molto tempo libero e poca fantasia. Per rilassarmi preferivo modi più “alternativi”, da una giornata in una Spa a una serata in compagnia di buoni amici passata a chiacchierare in un bar con la giusta atmosfera. E poi, se vogliamo dirla tutta, l’idea di sporcarmi le mani, letteralmente, non mi ha mai fatto impazzire. Poi, non molti anni fa, mi è capitato di trascorrere un periodo di vacanza in Toscana in un podere settecentesco circondato da un giardino immenso, con orti e frutteti. Camminare da sola all’imbrunire nel silenzio di quel luogo naturale, mi ha fatto entrare in connessione con la contessa Von Arnim. Me ne stavo lì per ore e scoprivo che il mondo continuava a girare anche senza che ci fosse bisogno della mia presenza costante. Da quel momento per me il concetto di “staccare la spina” ha assunto un significato diverso. Per questo motivo, ti invito a trovare la tua oasi verde di connessione con te stessa nella dimensione quotidiana di casa tua.

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