Il ruolo della rabbia in una situazione di crisi economica

Dicono che ci si abitui a tutto perché il nostro corpo è programmato per adattarsi a qualunque tipo di sollecitazione esterna e di situazione. Lo chiamano istinto di sopravvivenza, un istinto che ci permette di fronteggiare mancanza e perdita, e le emozioni a esse legate. Così, quando ci troviamo alle prese con problemi finanziari, riusciamo in tempi relativamente brevi a gestire il nostro nuovo status quo: conti in rosso, bollette non pagate, ansia, preoccupazione, disperazione. Andiamo avanti nelle nostre giornate nonostante tutto, a testa bassa e senza fare una piega avendo saltato a piè pari la fase di metabolizzazione. Poi d’un tratto succede: la rabbia, che abbiamo ricacciato indietro, un giorno esplode in un gesto inconsulto, come tirare per aria un piatto o lanciare un urlo senza motivo.

Quando questo accade, non spaventarti, non sei impazzita. Cerca di calmarti e pensa che va tutto bene. Messe di fronte alla nostra nuova situazione economica disastrosa, d’istinto attribuiamo la “colpa” dei nostri problemi all’esterno: al ladro che ci ha clonato la carta di credito, al capo che ci ha licenziato, al broker che ci ha consigliato un investimento sbagliato. Lo scarico di responsabilità ci serve come protezione dall’idea dell’errore: se non è dipeso da noi, vuol dire che non abbiamo sbagliato e non dobbiamo sentirci in colpa o in imbarazzo. In fondo, però, lo sappiamo che noi, attraverso le nostre scelte, abbiamo determinato il nostro attuale stato finanziario.

Il processo di metabolizzazione, quando dobbiamo affrontare un tracollo economico, parte da una prima reazione di shock. Poi arriva il pianto, per raccogliere successivamente i cocci assieme alla disperazione. A questo punto si blocca fino a quando, alla fine, non arriva la rabbia. Ti chiedi come sia stato possibile arrivare fino al punto in cui sei, in quale momento la situazione ti sia sfuggita di mano. La buona notizia è che tutto questo è il passato. Da oggi puoi risollevarti, far leva sul fuoco sacro della rabbia per ricominciare proprio da dove sei. Quindi, quando senti arrivare la tua personale rappresentazione della rabbia, non respingerla: arrabbiati, usa l’energia che si sprigiona e rimettiti in pista.

La rabbia è funzionale al nostro cammino, è l’adrenalina che ci spinge ad andare avanti. La rabbia è l’altro lato della passione e, in quanto tale, ci fa ardere, ci fa sentire vive. Come te la immagini la tua rabbia? Prova a raffigurartela come se fosse una persona in carne e ossa: che aspetto ha? Qual è il suo temperamento? Probabilmente scoprirai che non è agitata ma è ferma e risoluta e colpisce dritto nel segno. La rabbia è quell’energia che alimenta la crescita, proprio come succede ai bambini piccoli. Capita spesso, infatti, che i bambini abbiano degli attacchi d’ira inspiegabili e ingiustificati al termine dei quali dormono profondamente per ore. Poi, al risveglio, sono cresciuti. Crescere fa male. Allo stesso modo, la tua rabbia è una fase della consapevolezza, della tua crescita come persona verso l’abbondanza e uno stile di vita sostenibile.

La rabbia, dunque, ti risveglia, ti rende cosciente: è grazie a essa che realizzi davvero quanto è successo. Il suo effetto è simile a quando si esce da uno stato di torpore o di trance. Il momento in cui ti arrabbi con te stessa rappresenta la presa di coscienza: non vuoi e non puoi più scappare, fingere che tu non abbia avuto alcuna voce in capitolo nel susseguirsi degli eventi. È a quel punto che non devi aver paura di assumerti la completa responsabilità delle tue azioni, senza per questo fustigarti o recitare un mea culpa. Quando smetti di reagire a una situazione e ti sforzi invece di agire per te stessa, ecco che da vittima diventi protagonista della tua storia. Sei pronta a tirar fuori tutte le tue risorse e l’energia creativa di cui hai bisogno. Rifiutati di vivere paralizzata dalla paura e diventa l’eroina della tua epopea. Se la rabbia non avesse fatto da detonatore, adesso non saresti capace di guardare alla tua vita con speranza e di riscriverne il copione da oggi in avanti, un giorno alla volta.

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