Le fasi delle storie con i narcisi – No Contact

Quarta fase: il no contact

L’unico modo per uscire da una storia con un narciso è un taglio netto, il no contact: eliminare ogni tipo di contatto o interazione con il narciso. No contact vuol dire non solo niente chiamate e niente messaggi ma anche niente interazioni attraverso i social. È molto forte e difficile ma è necessario per la vittima del narciso eliminare tutti i profili social che ha (LinkedIn è consentito ma solo per motivi strettamente professionali e reali esigenze lavorative) perché la tentazione di cercare il contatto, almeno nei primi tempi, sarà incontrollabile. I social media sono un forte nutrimento per il narciso. Anche quando ha scartato la sua preda, continua a curarla, a tenerla agganciata da lontano, guardando ciò che fa, cosa posta, cosa pensa per prepararsi al ritorno. Per questo motivo il taglio deve essere netto e drastico. Eliminare la propria vita sui social avrà come conseguenza positiva quella di guadagnare tempo che potrà essere utilizzato nella cura di sé.

Se la storia con un narciso si è sviluppata in ambito professionale, le dimissioni possono essere una possibilità. Ma è qualcosa da valutare attentamente. Bisogna capire se è il caso di restare nella propria posizione lavorativa e calcolare bene i rischi a cui si va incontro mantenendo un rapporto così ravvicinato con il narciso. Un altro caso difficile è che il narciso sia il marito e/o il padre dei figli della sua vittima. In tutti questi casi, la donna è obbligata ad avere contatti col suo narciso. Nei casi in cui non sia possibile cambiare azienda e quindi sia necessario convivere quotidianamente con il narciso, oppure il narciso è il padre dei figli della vittima oppure è suo marito e stanno affrontando una separazione, la tecnica da utilizzare è quella cosiddetta del gatto di marmo (GREY STONE in inglese). Proprio come quelle statue che si trovano nei giardini e che rappresentano degli animali molto realistici ma sono fatte di marmo, la donna dovrà avere con il suo narciso delle interazioni totalmente neutre, tanto da sembrare un’altra persona. Nel caso dell’ufficio, non dovrà restare mai nella stessa stanza da sola col narciso. Se lui le chiede un colloquio privato, lei deve lasciare sempre la porta aperta. Deve tenere traccia di tutto ciò che viene detto. Se ci fossero attacchi personali, dovrà parlarne solo via mail, mai di persona. Dovrà mettere, cioè, uno schermo, fargli capire che sta tracciando tutto su carta. Dovrà cestinare tutte le mail personali che lui le invia al lavoro dopo averle stampate, e non rispondere per nessun motivo.

Nel caso in cui il narciso sia il padre dei suoi figli, suggerisco alla donna di rivolgersi a un mediatore familiare e di decidere con lui con quale modalità comunicare con il suo ex. Può decidere di parlargli solo tramite mail oppure, nei casi più estremi, può chiedere che il mediatore sia l’unica interazione tra di loro per quel che riguarda la relazione con i bambini.
In caso di separazione o divorzio, la donna dovrà trovare un avvocato affidabile a cui delegare completamente le trattative, sia legali sia familiari. Non dovrà partecipare agli incontri e alle negoziazioni. Durante la fase del no contact il narciso farà di tutto per dimostrare che lui è una persona fantastica e che il problema è la sua ex compagna.
Cosa fare quando la donna è vittima del “raptus del contatto”, cioè quando è assalita da una voglia irrefrenabile di sentirlo solo per sapere come sta? Oppure quando lui cercherà di contattarla tramite terzi, visto che lei l’ha bloccato su tutti i canali, chiedendole un incontro per chiarire? In questi casi bisogna essere molto forti e resistere alla tentazione del contatto. Chiudere il telefono in un cassetto e uscire di casa. Oppure iniziare un’attività fisica che aiuti a stancarsi molto e stimoli le endorfine, facendola sentire meglio.

Quinta fase: il return

Prima di parlare dei ritorni del narciso, bisogna parlare del concetto di trauma bonding.
Il trauma bonding, il legame del trauma, funziona come una sorta di endorfina, una stimolazione ormonale positiva che si viene a creare nel momento in cui il narciso ha tenuto la sua preda nel gioco del gaslighting, ossia la fase successiva al love bombing in cui inizia ad assentarsi, ad accendere e spegnere la sua preda in un gioco crudele per vedere fino a dove può spingersi e fino a che punto lei può arrivare per stargli vicino. La sua preda si sente sbagliata, pensa di non andar bene e di non funzionare, deprivandosi sempre di più della propria autostima. Questa deprivazione crea un bisogno estremo di approvazione. Il narciso continua il suo gioco perverso per cui sparisce senza spiegazioni infliggendo molto dolore, poi riappare mostrandosi di nuovo perfetto, per poi sparire ancora, in un’alternanza senza fine.

Questa modalità provoca il trauma bonding, alla fine di un ciclo costituito da: grande amore, stupore, assenza, grande dolore, messa in discussione di sé e poi “caramelle”. La dolcezza di quelle caramelle, ossia di momenti d’amore quando appena prima c’è stato molto dolore, è particolarmente intensa e stimola delle endorfine sofisticate che danno una sorta di assuefazione. La donna tenderà a desiderare quell’intensità data dal ciclo sporadico dei ritorni nel gioco al massacro del gaslighting. Il trauma bonding può durare anche anni, a seconda del protrarsi della storia. E quando la vittima si libera finalmente del suo carnefice, è come annichilita, e ricostruirsi diventa molto difficile. Più prolungato e acuto è stato il trauma bonding, più è difficile rifiutare il ritorno. Dopo la fase del discard e del no contact, il narciso cerca di tornare in un modo grandioso, magari con un anello, con una casa acquistata, con promesse d’amore. Non nega il periodo dell’assenza ma lo giustifica come un puro accidente e, alla titubanza della donna che gli chiede per quale motivo dovrebbe tornare con lui dopo il suo comportamento, lui risponderà con parole incantevoli e persuasive. La tentazione della preda di rientrare nella relazione è forte, perché la dolcezza del love bombing ha sviluppato assuefazione e lei vorrebbe ricreare quel momento. Se cede alle lusinghe del narciso, è in questo momento che si crea la dipendenza affettiva, che è paragonabile a una dipendenza da sostanze. La donna non diventa dipendente verso l’uomo ma verso la sensazione che prova quando lui ritorna. La cosa migliore sarebbe non accettare le fasi di ritorno, per quanto magnifiche e plateali esse siano.

Il ritorno del narciso fa parte di uno schema ciclico: dopo due giorni, un mese, un anno ci sarà di nuovo lo scarto. Il narciso non riesce ad amare in modo intimo, ma ha la tendenza a reificare l’altro. Egli non percepisce il male che fa alla compagna perché per lui il gioco amoroso è relativo solo al suo benessere, al soddisfacimento della sua funzionalità legata all’autostima. È un ciclo di questo tipo: ti bombardo d’amore e la mia autostima si alza, tu mi adori e la mia autostima si alza, ti metto alla prova e la mia autostima si alza ancora, poi però non mi fai provare più nulla e vado a cercare altrove il mio nutrimento, iniziando un nuovo ciclo. Per le persone empatiche che vivono gli affetti in modo sano, è un concetto difficile da comprendere. Per il narciso la persona che entra nella sua sfera ha valore solo per il soddisfacimento del proprio ego; la persona reificata è una persona funzionale, non è davvero oggetto d’amore. Tutto ciò che il narciso mette in atto per risultare perfetto (dire sempre le parole giuste, prevenire i desideri della sua preda, farla sentire compresa come nessun altro) è frutto della sua spiccata capacità analitica mista alla sensibilità. Manca totalmente l’empatia, che invece abbonda nelle sue vittime perché le persone empatiche sono quelle che si mettono nei panni dell’altro e sono votate al suo bene. L’empatico pensa prima al bene dell’altro che al proprio, mentre il narciso pensa solo a sè stesso. Per il narciso gli altri hanno un valore funzionale al suo benessere.

UNA BREVE NOTA

La sessualità nella relazione coi narcisi. Un aspetto ricorrente nelle storie di donne che hanno relazioni con narcisi è la sfera sessuale. Il narciso è un amante eccezionale, sono molte le donne che raccontano di non essere mai state tanto a loro agio da un punto di vista sessuale come con il loro narciso. Anche quest’aspetto fa parte della reificazione: durante l’atto sessuale il narciso sta eseguendo una performance. Grazie alla sua capacità analitica è in grado di comprendere immediatamente quali sono le esigenze della sua preda e a soddisfarle. Non è interessato alla comunicazione, alla sintonia con la sua partner ma solo alla performance. Se fosse possibile, il narciso sarebbe un uomo da tenersi solo come amante in un momento della vita in cui si ha bisogno di quell’aspetto. Il problema è tutta la parte del love bombing, che impedisce il distacco e fa scattare la voglia di investire moralmente nella relazione.

Consigli di lettura

  • Elda Fossi, Persefone. La luce del buio. È un testo un po’ datato ma sempre attuale che parla dei doni che Persefone può portare nella nostra vita. Il dono di Persefone, la luce del buio, è la capacità creativa, la capacità di costruirsi una vita a propria misura. Molto spesso le donne che riescono a lasciar andare il narciso lo ringraziano perché è grazie a lui che sono riuscite a ritrovare le vere se stesse, a dialogare con la più reale parte di sé.
  • Ginette Paris, Cuori spezzati. Guarire dalla perdita di un amore. È un libro sulle dipendenze amorose scritto da una psicologa junghiana e affronta la sofferenza amorosa in generale, non solo quella relativa alle storie coi narcisi.
  • Angelo Bona, L’insana passione di una donna chiamata zerbina. Come uscire viva dalle dipendenze sentimentali. È un libro divertente che raccoglie storie vere di donne che si sono rovinate la vita a causa di relazioni tossiche. Alcune non ce la fanno a uscirne ma tante ci riescono partendo da se stesse e dalle loro passioni.

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