Nell’ultimo post della serie sui Narcisi ho deciso di iniziare con un riassunto di tutto quello che può capitare nelle varie fasi della storia con un Narciso.
Alla fine del post troverete una serie di consigli pratici per riprendere contatto con voi stesse e ricominciare a vivere.
1. Love bombing. Il nostro narciso ci bombarda d’amore, ci dice da subito frasi meravigliose che ci si aspetterebbe dopo un tempo adeguato di frequentazione. Ma noi non ci mettiamo in guardia e decidiamo di abbandonarci a questo amore fatto di gesti plateali e promesse grandiose e crediamo di aver trovato l’anima gemella.
2. Gaslighting. A questo punto lui si allontana. Questo avviene perché il narciso dopo essersi speso così tanto per darci l’illusione d’amore, non riesce a sostenere psicologicamente la situazione e ha bisogno di ritrarsi. In questa fase il narciso va e viene, ci testa e lo fa utilizzando a suo vantaggio, in una violenza psicologica senza fine, le confidenze che gli abbiamo fatto durante la prima fase e i nostri punti deboli, andando a minare la nostra autostima. In questa fase la nostra sicurezza, il lavoro, il conto in banca e tutto ciò che ci definisce comincia a vacillare. Iniziamo a stare male.
3. Discard. Il narciso ci fa credere che se la relazione non va è colpa nostra, perché siamo gelose, ci impuntiamo sulle cose, non andiamo bene come siamo. E noi gli crediamo, iniziando a colpevolizzarci. Il narciso ci colpisce nella nostra autostima già provata e dà inizio allo scarto, la fase in cui lui sparisce, non risponde più a chiamate o messaggi e si mostra sui social magari già in compagnia di un’altra preda, ci fa capire che noi siamo scartate, che non gli piacciamo più. Se cerchiamo un contatto con lui, ci insulta, in modo anche molto violento. E noi stiamo sempre peggio.
4. No contact. Stiamo talmente male che abbiamo bisogno di liberarci in qualche modo. E l’unico modo efficace è quello di tagliare completamente i ponti. Vuol dire: 1. No telefono (sms, chat, whatsapp), 2. No mail (lavoro, personale), 3. No social media (Instagram, Facebook, Twitter, LinkedIn). Non basta solo bloccare la persona su supporti e applicazioni e non rispondere alle sue sollecitazioni. Se riceviamo, ad esempio, un mazzo di fiori, no contact vuol dire che non ci struggiamo d’amore ma lo buttiamo via perché quei fiori rappresentano un gancio. Dobbiamo inoltre resistere alla tentazione di spiarlo sui social, o di controllare se è online su whatsapp e a che ora si è collegato l’ultima volta. Questo è molto importante per superare il trauma bonding.
5. Return. A queste persone che ci fanno così male siamo legate a causa della stimolazione di endorfine che entrano in circolo ogni volta che il narciso torna e noi vogliamo riconquistare il suo amore. Il circolo ricomincia: ci dà amore (1a fase), ci fa impazzire (2a fase), ci scarta (3a fase). Nella 3a fase vogliamo tornare alla 1a e siamo disposte a sacrificare e perdere tutto: soldi, lavoro, amici. L’unico modo per evitare che il ciclo ricominci è essere ferme nel no contact. Essendo una dipendenza, i primi giorni sono terribili ma bastano 7 giorni per perdere la compulsione. Poi ci saranno 3 mesi in cui si continuerà a star male e si dovranno fronteggiare rigurgiti, ricordi, senso di inferiorità rispetto alla sua nuova preda e i ritorni del narciso. Anche se è dura, resistere serve a non ricadere nel ciclo infinito delle prime 3 fasi.
La cura di sé
Quando chiedo alle mie clienti “cosa vuol dire prenderti cura di te?”, molto spesso le risposte variano da “andare dall’estetista” a “andare a fare la spesa all’Esselunga”. La cura di sé è conoscersi bene e fare esattamente quel che desideriamo nel momento in cui lo desideriamo. Quando siamo stanche, anziché rispondere al senso del dovere e fare lavatrici, correggere compiti o lavorare, dovremmo semplicemente riposarci. Questa è la reale cura di sé. Ma ci sembra una follia perché siamo così disabituate a entrare profondamente in contatto con noi stesse che pensiamo che il riposo sarebbe qualcosa di assurdo, di ridicolo, qualcosa che non ci possiamo permettere.
Desidero fornirti uno strumento pratico per imparare a prenderti cura di te stessa. È basato sul metodo di Sarah Ban Breathnach, tratto dal libro Something More: Excavating Your Authentic Self. Questo testo non è stato pubblicato in italiano. Della stessa autrice è uscito in Italia solo il libro Semplice Abbondanza ma ormai è fuori catalogo. Dovendo scegliere un solo libro di Sarah Ban Breathnach, consiglio Romancing the Ordinary: A Year of Simple Splendor. Ossia rendere romantica l’ordinarietà. A volte siamo talmente malandate che pensiamo che la nostra vita quotidiana debba per forza essere tremenda. Invece Sarah Ban Breathnach insegna un metodo per migliorare anche la vita quotidiana più disastrosa.
Primo passo: allenare la gratitudine. Essere grata. Prendi un quaderno e una penna e tutte le sere scrivi 5 motivi per cui sei grata quella giornata. Se stai soffrendo e stai male e ti sembra di non avere nulla di cui essere grata scrivi cose semplici, come “sono grata per la mia casa” o “sono grata perché ho delle amiche affettuose”. Ci sono giornate in cui sarai grata per cose immense e altre in cui sarai grata per cose molto piccole. L’importante è partire sempre dalla gratitudine. E anche quando scoprirai che il tuo narciso è a Ibiza a divertirsi con la sua nuova fiamma, trova un motivo per cui essere grata.
Secondo passo: fare ordine. L’ordine fisico ci aiuta a stare meglio. A riprova di ciò, sono nati movimenti minimalisti in tutto il mondo, Il magico potere del riordino di Marie Kondo è diventato un best seller internazionale e ha cambiato la vita a molte persone. Se stai male, butta via qualcosa. In momenti di particolare sofferenza, butta via almeno 20 oggetti, anche cose insignificanti come vecchie riviste. Fare ordine in casa ci aiuta a pensare meglio e a soffrire di meno.
Terzo passo: vivere in armonia. Significa vivere conoscendo noi stesse e i nostri ritmi. Inizia a riflettere su come funzioni: sei una persona che si sveglia presto o all’ultimo momento? La sera a che ora vai a dormire? Cosa ti piace mangiare? Iniziare a ragionare su questi temi, a crearsi una propria routine, i propri ritmi è un grande passo verso un andamento armonico e, di conseguenza, verso la cura di sé.
Quarto passo: scovare la bellezza. Accresci la capacità di vedere il bello della vita, i dettagli, la possibilità di entrare in contatto con tante parti meravigliose di te stessa, del mondo, della natura.
Quinto passo: provare gioia. La gioia rappresenta la capacità di affrontare anche i momenti peggiori con degli spiragli. Non è immediato ma se metti in pratica gli altri passi, riuscirai a vivere in modo più gioioso.
La cura di sé va tarata sui propri bisogni e sui propri desideri. Per qualcuna andare in una SPA sarà il non plus ultra del piacere, qualcun’altra invece si annoierà a morte. Un consiglio personale è: impara a stare del tempo da sola. Anche se l’idea della solitudine è uno spauracchio, non aver paura di prendere un appuntamento con te stessa. Chiediti cosa ti piacerebbe fare con il tuo narciso. Magari andare a cena fuori, al cinema? Fallo da sola. All’inizio avrai un po’ di magone ma dopo un po’ scoprirai quant’è bello passare del tempo da sola a fare cose nutrienti per te stessa.
Mi chiamo Francesca Zampone e sono una Coach delle relazioni.
Ti aiuto a ritrovare una forte identità personale e un equilibrio stabile.
Come lo faccio? Focalizzando l’attenzione su di te e aiutandoti a ripristinare una giusta scala di priorità. In poche parole, lavoriamo insieme per mettere te stessa al centro della tua vita.