Tutti noi abbiamo bisogno di relazionarci con le altre persone. Tutte le relazioni sono importanti, non solo quelle familiari, quelle di coppia o di amicizia. Ad avere un ruolo positivo nella nostra vita sono anche altri tipi di relazione, più o meno intense: con i colleghi di lavoro, con il nostro edicolante di fiducia, con le compagne della palestra, con i membri del nostro club del libro, per esempio. Diversificare le nostre relazioni per intensità e grado di intimità e confidenza contribuisce al nostro benessere.
Il ruolo dell’istinto nelle relazioni
“Nessun uomo è un’isola” e “l’uomo è un animale sociale” sono massime che si tramandano da secoli. Non si tratta solo di saggezza popolare ma sono credenze che poggiano su una base scientifica. Secondo una serie di studi, la socialità per gli esseri umani sarebbe un istinto primordiale che risponde a un bisogno di base: la prosecuzione della specie. I nostri antenati avevano più chance di sopravvivere se facevano parte di un gruppo o di una comunità, non solo perché ci si guardava le spalle a vicenda ma anche perché mettere in comune competenze e abilità garantiva una migliore qualità della vita. Oggi la situazione è molto cambiata, eppure il nostro cervello rettile ha conservato una traccia di quell’istinto.
Le relazioni e il bisogno di appartenenza
Se un tempo avere relazioni rispondeva a un bisogno di sopravvivenza, nella nostra società risponde a un bisogno diverso: il bisogno di appartenenza. È un bisogno complesso, perché mettersi in relazione con l’altro da sé implica farsi vedere, trovare la propria “tribù” al di fuori dell’ambito familiare, costruire legami e sentire legittimato il proprio valore attraverso occhi esterni a noi. Il bisogno di appartenenza ci rende vulnerabili, scoperte. Per questo motivo trovare le persone giuste per noi è fondamentale. I cosiddetti vampiri energetici ci drenano energie. Se non le scegliamo bene, le persone con cui ci accompagniamo e di cui ci fidiamo possono condizionare il nostro benessere. Dico sempre che è necessario avere una giusta autostima ma questo non è in conflitto con il bisogno di appartenenza. Sono aspetti complementari: più ci conosciamo e sappiamo quali sono i nostri punti di forza e i nostri limiti, migliore sarà la nostra capacità di scegliere relazioni e persone che ci fanno stare bene.
Quando le relazioni non ci fanno bene
Le relazioni sono un’arma a doppio taglio. Se non si basano su fondamenta di benessere, possono farti più male che bene. I conflitti nelle relazioni possono essere una fonte di stress e avere un impatto negativo sul tuo stato d’animo e sul modo in cui affronti le situazioni della vita. Per esempio, avere relazioni tese in ambito lavorativo influenzerà non solo l’umore ma anche la produttività e la performance. E non è tutto. Se lavori in un ambiente professionale “tossico”, potresti finire per mettere in discussione il lavoro stesso e sperimentare una serie di sintomi fisici che potrebbero, sul lungo periodo, portarti al burnout. Possiamo traslare lo stesso discorso anche in altri ambiti. Naturalmente, più tempo passi con persone che non sono adatte a te, maggiori saranno le conseguenze sulla tua vita.
Quali sono i requisiti delle relazioni positive?
I requisiti minimi fondamentali per una relazione positiva sono:
- Rispetto reciproco
- Fiducia
- Dialogo aperto e privo di giudizio
- Equilibrio tra dare e avere
L’ultimo punto è quello più difficile ed è capace di mettere in crisi molti rapporti. Quando siamo in una relazione, di qualunque natura essa sia, siamo responsabili dei nostri bisogni all’interno del rapporto ma anche delle richieste altrui. Se la nostra unica preoccupazione è pretendere attenzioni e ascolto solo quando servono a noi, ma non siamo disponibili allo stesso modo nei confronti dell’altra persona, la relazione non funziona, non è equilibrata e, col tempo, rischia di diventare disfunzionale. Lo stesso capita se la situazione è invertita, ossia se sono sempre gli altri a beneficiare della nostra generosità nel dare.
Quando le relazioni funzionano come specchio
Quando recriminiamo su un comportamento che, nell’altra persona, non ci è piaciuto, limitarci a puntare il dito serve a poco. Nella migliore delle ipotesi ci saranno una discussione, delle scuse, un chiarimento e la relazione proseguirà più o meno come prima. A volte le relazioni funzionano come specchi. Quando un comportamento altrui ci dà fastidio, potremmo chiederci cosa ci muove “dentro”, perché ci irrita, quale corda tocca. Le persone non hanno l’intenzione di ferirci, il più delle volte sono alle prese con i propri problemi e le proprie convinzioni. Se abbracciamo le emozioni che proviamo e ci prendiamo la responsabilità di indagarle più a fondo, possiamo lavorare su quegli aspetti di noi che sono emersi dal confronto e che l’altro ci ha rimandato, come fosse la nostra immagine allo specchio. Non solo migliorerà la relazione ma migliorerà anche la nostra conoscenza di noi e di quello che di noi ci piace poco.
I benefici delle relazioni profonde
Possiamo beneficiare di qualunque tipo di relazione. Tuttavia, più profondi saranno il legame e l’intesa, maggiori saranno i benefici. Le relazioni che funzionano meglio sono quelle in cui c’è una consapevolezza reciproca di come siamo e del valore che ciascuno dei soggetti può portare nel rapporto. In un certo senso, è vero ciò che si dice delle relazioni di coppia: ci si completa a vicenda. Succede in tutti i tipi di relazione. Quando abbiamo davvero a cuore l’altra persona, facciamo del nostro meglio per aiutarla a raggiungere obiettivi importanti e a vivere secondo i suoi valori. Questo comportamento la aiuta a sentirsi accettata per com’è, senza giudizi né aspettative. E quando riceviamo in cambio lo stesso trattamento, raggiungiamo quell’equilibrio che è uno dei requisiti fondamentali di una relazione positiva. Essere a proprio agio nel rapporto è indice della sua positività. Se sentiamo di doverci comportare in un certo modo per piacere all’altro ed essere accettate, facciamo scattare un campanello d’allarme: forse siamo finite in una relazione sbilanciata o addirittura tossica.
Non me lo sentirai dire mai abbastanza spesso: avere relazioni positive con gli altri parte dall’avere una relazione positiva con te stessa. Continua a lavorare su di te, dedicati alle cose che ti piacciono e ti fanno sentire bene, pratica la gratitudine, smetti di chiedere a qualcun altro di legittimare il tuo valore. Se pensi di aver bisogno di una mano, io sono qui per te. Il mio percorso di coaching trasformativo dura un anno e ti fa davvero cambiare gli aspetti della tua vita che non ti soddisfano. Scrivimi, ti aspetto!
Mi chiamo Francesca Zampone e sono una Coach delle relazioni.
Ti aiuto a ritrovare una forte identità personale e un equilibrio stabile.
Come lo faccio? Focalizzando l’attenzione su di te e aiutandoti a ripristinare una giusta scala di priorità. In poche parole, lavoriamo insieme per mettere te stessa al centro della tua vita.