Soffri anche tu della sindrome di Wonder Woman?

Wonder Woman è la super-eroina che, a partire dagli Anni ’40, quando comparve nei primi fumetti, incarna molti valori positivi declinati al femminile, come il coraggio, la forza, il senso di giustizia. Wonder Woman è perfetta, riesce a districarsi in ogni situazione e a risolvere qualunque problema. Il suo personaggio è diventato così emblematico da essere preso a esempio per dare il nome a una sindrome che si è andata diffondendo soprattutto negli ultimi trent’anni.

Quali sono le caratteristiche della wonder-donna?

La sindrome di Wonder Woman caratterizza la donna che non deve chiedere mai, che deve fare tutto e tutto da sola. La wonder-donna è perfezionista, ha grandissime aspettative su di sé senza, per questo, essere ambiziosa. Deve eccellere in tutti i suoi ruoli sociali: impeccabile e ammirata sul luogo di lavoro; amorevole e insostituibile nella relazione di coppia; accogliente e amabile quando invita amici a casa; affidabile e comprensiva nelle amicizie, paziente e affettuosa se ha figli. È una donna che mette i bisogni degli altri davanti ai propri e misura il suo valore in base alla produttività e ai risultati raggiunti. Una donna che trova la sua identità nella capacità di assolvere a ogni compito.

Da dove nasce la sindrome di Wonder Woman?

Si tende a pensare che la donna che soffre della sindrome di Wonder Woman abbia, sotto sotto, una bassa autostima, determinata da una serie di convinzioni limitanti: se sarò brava in ciò che faccio, sarò accettata e degna d’amore; se sono perfetta, sarò rispettata e considerata dagli altri; posso definirmi una donna di successo, se riesco a fare tutto. Queste e altre convinzioni simili sono state assorbite in modo inconsapevole e sono legate alle aspettative – dichiarate apertamente o solo percepite – che hanno su di lei i genitori, il partner, i figli, gli amici, i colleghi di lavoro.

Questa visione, però, negli ultimi anni è stata superata. La rivoluzione femminista ha avuto conseguenze inaspettate e letture distorte. Il mito della superdonna si è diffuso negli Anni ’80 e ’90 e ha contaminato le donne delle generazioni post-femministe. Un ruolo decisivo l’hanno giocato alcuni concetti cardine, come “le donne possono fare tutto” e “le donne possono avere tutto”. Ecco perché nella nostra cultura la sindrome di Wonder Woman è molto diffusa, a tal punto da essere socialmente accettata. Il che significa che non viene percepita come un problema ma, anzi, spesso incentivata. La vita moderna richiede che ci destreggiamo in diversi ruoli sociali a seconda delle circostanze, quindi perché meravigliarsi se siamo brave a fare tutto? C’è un po’ di Wonder Woman in ciascuna di noi, e ne siamo fiere.

Come si guarisce dalla sindrome di Wonder Woman?

Cercare di essere sempre impeccabili e perfette è uno standard altissimo da mantenere e, sul lungo periodo, diventa deleterio per la salute fisica e mentale. La donna in piena sindrome da Wonder Woman non si prende cura di sé, è completamente disconnessa dal suo corpo e non ne coglie i segnali. I sintomi più comuni con cui deve fare i conti una wonder-donna sono molto diversi: mancanza di sonno, stress, disturbi del comportamento alimentare, ansia, depressione, senso di colpa.

La sindrome di Wonder Woman non è necessariamente deleteria. Sviluppata a livello embrionale può anzi essere considerata benefica: ci aiuta a esplorare diverse possibilità allo stesso tempo, a non restare cristallizzate in un solo ruolo sociale e a perseguire i nostri sogni. Molte donne, infatti, non lo considerano un problema, vivono la loro condizione di wonder-donne come un vanto, una caratteristica positiva. Tuttavia, a lungo andare, la sindrome di Wonder Woman può portare al burnout, oppure può sfociare in patologie vere e proprie, come disturbi ossessivo-compulsivi. In questi casi limite, è raccomandabile ricorrere all’aiuto di un professionista competente.

Ma se sei una wonder-donna moderna che fa mille cose insieme e comincia ad avvertire la stanchezza e il peso di questa situazione, come puoi correre ai ripari prima che sia troppo tardi?

  1. Smetti di cercare conferme all’esterno. Per quanto tu possa sforzarti, non riuscirai a far contenti tutti, ci sarà sempre qualcuno che avrà da lamentarsi. Quindi, dai ascolto ai tuoi bisogni e disegna una vita che sia sostenibile per te.
  2. Costruisci una rete di persone su cui puoi contare. Chiedi aiuto quando ti senti oppressa dai tuoi mille impegni. Il marito che può preparare la cena quando sei stanca, i nonni a cui lasciare i bambini quando hai un imprevisto, l’amica con la quale puoi sfogarti senza temerne il giudizio. Le persone che ti vogliono bene sono felici di aiutarti e tu puoi alleggerirti di qualche compito quotidiano.
  3. Rivedi i tuoi standard di perfezione. Decidi che il tuo meglio è più che abbastanza, che non devi per forza essere impeccabile. Sbagliare ogni tanto ti rende umana, suscita empatia in chi ti sta accanto e ti insegna delle lezioni che non potresti imparare in altro modo.
  4. Riconnettiti con il tuo corpo. A volte un mal di pancia non dipende solo da ciò che hai mangiato a cena. Se perdi i capelli, non è solo perché hai una carenza di vitamine. Il corpo ci invia molti segnali: se siamo brave a coglierli, capiremo quando è il caso di rallentare.
  5. Ritagliati del tempo solo per te stessa. Iscriviti a un corso di mindfulness, fai una passeggiata nella natura o vai a visitare una mostra. Purché siano attività che fai per te stessa e non diventino l’ennesimo impegno da mettere in agenda. Il tempo per noi stesse serve a ricentrarci, a chiederci dove vogliamo andare, a capire se c’è qualche elemento della nostra vita che vogliamo cambiare.

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